Il Programma nazionale ECM (Educazione Continua in Medicina) ha avuto inizio nel 2002, in seguito all’approvazione del D.Lgs. 502/1992 integrato dal D.Lgs. 229/1999, che hanno istituito l’obbligo della formazione continua per i professionisti della sanità. Dal primo gennaio del 2008, in seguito all’entrata in vigore della Legge n° 244 del 24 dicembre 2007, la gestione amministrativa del programma ECM ed il supporto alla Commissione Nazionale per la Formazione Continua (fino a quel momento competenze esclusive del Ministero della Salute), sono stati trasferiti all’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas).
Nel 2011 il Governo Monti, riprendendo l’articolo 3 del Dpr n°138 del 13 agosto 2011, ha stabilito che non oltre il 13 agosto dell’anno successivo gli OMCeO e gli ordini relativi alle professioni sanitarie non mediche avrebbero dovuto decidere con quali sanzioni punire chi non si fosse fatto trovare in regola con l’obbligo formativo.
In seguito, con l’approvazione del nuovo codice deontologico, avvenuta il 18 maggio del 2014, all’articolo 19 è possibile leggere che «il medico nel corso della sua vita professionale persegue l'aggiornamento costante e la formazione continua per lo sviluppo delle conoscenze e delle competenze professionali tecniche e non tecniche favorendone la diffusione ai discenti ed ai collaboratori».
Nello stesso testo è concesso agli Ordini l’onere di certificare «agli iscritti ai propri Albi i crediti acquisiti nei percorsi formativi e ne valuta le eventuali inadempienze». Sono dunque gli OMCeO gli enti preposti a valutare il percorso formativo dei camici bianchi, e dunque a stabilire le sanzioni per chi non si fa trovare in regola.
I provvedimenti disciplinari per chi non avrà rispettato l'obbligo verranno presi una volta concluso il triennio, ma già nella primavera del 2015 circa 5mila medici competenti sono stati depennati dall'albo perché non avevano ottenuto tutti i crediti previsti per legge nel triennio 2011-2013. Tutto ciò a conferma che in Italia non è previsto un sistema di premialità, ma i medici non in regola sono sottoposti a sanzioni decise dagli Ordini. In particolare, sono le segreterie degli OMCeO ad avere l’obbligo di verificare che i singoli camici bianchi siano in regola, anche attraverso richieste di "deposito crediti". L’Ordine valuta le singole posizioni e, se il soggetto viene considerato non in regola, valuta i possibili provvedimenti da intraprendere.
I dipendenti delle Aziende sanitarie sono obbligati per legge a fare formazione ma non sempre ci riescono a causa delle carenze di personale e, di conseguenza, dei turni spesso massacranti di lavoro cui sono sottoposti. Ciononostante, il conseguimento dei 150 crediti nei tre anni resta un requisito essenziale per le strutture sanitarie private per ottenere e mantenere l’accreditamento da parte del Servizio sanitario nazionale.
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L'ottenimento dei crediti è subordinato al completamento dei corsi e al superamento del test finale.
*Viene data la possibilità a tutti i professionisti sanitari che nel triennio 2014/2016 non abbiano soddisfatto l'obbligo formativo individuale triennale, di completare il conseguimento dei crediti con formazione ECM svolta nel triennio 2017/2019, al netto di esoneri, esenzioni ed eventuali altre riduzioni. Delibera Age.na.s. del 27/09/18