"Posso presupporre che quest’anno ci sarà molta più attenzione per gli Ordini nel richiamare i professionisti che non hanno soddisfatto l’obbligo formativo avendo poi lo strumento del recupero. Credo sia questa la volontà della determina dalla Commissione". Ai microfoni di Sanità Informazione, testata on line specializzata nei temi della sanità, il direttore responsabile e amministrativo del Cogeaps (Consorzio Gestione Anagrafica Professioni Sanitarie) Matteo Cestari ha spiegato quali sono, secondo lui, le motivazioni che stanno alla base della decisione della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (FNOMCeO) di dare un altro anno di tempo ai medici che, al 31 dicembre, ancora non erano in regola con l’obbligo formativo. Una proroga a cui si accompagnano anche maggiori controlli ed un valore sempre più marcato per l’Educazione Continua in Medicina, requisito fondamentale per carriera, scatti contributivi e impieghi. Con la proroga i medici inadempienti potranno acquisire fino ad un massimo del 50% del punteggio complessivo (vale a dire 75 crediti), al netto di riduzioni o esoneri.
"I professionisti che non avranno soddisfatto l’obbligo formativo individuale all’interno del triennio - spiega ancora Cestari -, avranno la possibilità di avvalersi di partecipazioni sviluppate nel successivo anno, comunicando al proprio Ordine, Collegio o Associazione professionale, o direttamente sul portale del Cogeaps, che quei crediti devono valere come recupero di quelli del triennio precedente. È, inoltre, libera facoltà del professionista decidere se, e quale, di queste partecipazioni recuperare, perché la questione del recupero è una sua ragionevole facoltà".
Sulla questione malumore emersa dai molti medici che si sono fatti trovare in regola alla scadenza del triennio 2014-2016 per la disparità di trattamento, Cestari commenta: "Non posso entrare nel merito perché è una decisione proprio della Commissione Nazionale, ma sicuramente si va a sensibilizzare dei professionisti al raggiungimento della certificazione che è sempre più uno strumento abilitante della professione, perché un problema simile c’è stato relativamente ai Medici Competenti tanto che, gli anni scorsi, il Ministero ha dovuto emettere dei decreti per delle proroghe. Io credo che sia propedeutico il raggiungimento di un alto, discreto numero di professionisti certificati per poter dare atto a successivi meccanismi di verifica più puntuale di quali siano quelli in regola".
"I provvedimenti - continua Cestari nell’intervista rilasciata a Sanità Informazione - derivano dalla Commissione e da altri organi che possono decidere su eventuali sanzioni o meno. Sulla carta potrebbero già esserci, sicuramente sempre nell’ottica di un equilibrio abilitante alla professione. Credo che potrebbe esserci, se non altro, maggiore attenzione da parte degli Ordini. Personalmente mi posso aspettare un passo successivo quando un certo numero di professionisti sarà conforme alle regole, potrebbero esserci altre iniziative ma non spetta certamente a me valutare o decidere, non ho gli strumenti, sono strettamente un tecnico".
"Nel caso dei Medici Competenti - commenta Cestari - essere in regola è indispensabile per l’esercizio della professione, come prevede la stessa legge istitutiva della formazione obbligatoria. Lo stesso vale, ad esempio, anche per i dipendenti delle strutture convenzionate. Ad ogni modo qualche altro intervento, teso a consolidare questo orientamento, potrebbe portare la certificazione a diventare un passo indispensabile per l’esercizio della professione. In tal caso diventa importante regolarizzare le posizioni".
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*Viene data la possibilità a tutti i professionisti sanitari che nel triennio 2014/2016 non abbiano soddisfatto l'obbligo formativo individuale triennale, di completare il conseguimento dei crediti con formazione ECM svolta nel triennio 2017/2019, al netto di esoneri, esenzioni ed eventuali altre riduzioni. Delibera Age.na.s. del 27/09/18