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"Da 25 anni in Italia la formazione continua è requisito per svolgere la professione, con tutto quanto ne può conseguire anche sul piano della responsabilità professionale". È perentorio Sergio Bovenga, Segretario FNOMCeO, in un’intervista al quotidiano on line DoctorNews33 dedicata al tema strategico della formazione ECM. Alla domanda se sia vero che sempre più spesso assicurazioni e giudici prendono in considerazione i percorsi formativi dei professionisti, Bovenga non usa mezzi termini: partecipare ad attività di formazione continua "è indispensabile per svolgere attività professionale come dipendente o libero professionista, per ospedali, università, Asl e strutture sanitarie private; lo prevede l'articolo 16 quater della Legge 502 del 1992". Del resto, "la formazione restituisce le risorse impiegate per sostenerla se essa genera cambiamenti, nelle competenze tecniche e in quelle non tecniche; se modifica comportamenti; se amplia il recinto della sicurezza delle cure e migliora le performance", spiega il Segretario FNOMCeO. "Ecco perché - conclude Bovenga - sono convinto che il sistema debba puntare, e a mio avviso lo sta già facendo, a valorizzare i comportamenti virtuosi anziché a perseguire coloro che per il momento si pongono ai margini del sistema formativo".
Una posizione già espressa in precedenza dal Segretario FNOMCeO in un’intervista alla testata Sanità Informazione: "Tutto il tema della formazione e dell’aggiornamento richiede un percorso culturale importante, sia dal punto di vista metodologico ma anche dal punto di vista culturale, prevedendo di valorizzare i professionisti che si aggiornano, spesso superando molte difficoltà di carattere economico ed organizzativo". Nello specifico, sul tema delle novità in materia di responsabilità professionale, Bovenga ha sottolineato che "sono sempre più frequenti le situazioni nelle quali i percorsi formativi dei professionisti vengono presi in considerazione nei procedimenti giudiziari ed addirittura nelle polizze assicurative".